Una commissione di ispettori medici e veterinari proveniente da Hong Kong ha voluto verificare l’effettiva qualità delle carni prodotte in veneto accertarsi direttamente della corretta applicazione delle normative sanitarie da parte dei Servizi Veterinari territoriali e regionali competenti, della validità dei metodi di allevamento e del costante mantenimento di un elevato stato di benessere degli animali. Per questo ha dettagliatamente ispezionato la filiera avicola del Veneto, controllando gli stabilimenti di macellazione, sezionamento e trasformazione, e non ha trascurato nemmeno le nostre aziende zootecniche.
“I prodotti agroalimentari veneti riescono a ‘penetrare’ i mercati dei Paesi esteri – spiega l’assessore regionale all’agricoltura, Franco Manzato – grazie alla loro qualità, ai livelli di eccellenza e riconoscibilità che hanno raggiunto in ambito internazionale, alle straordinarie caratteristiche organolettiche, spesso conseguite grazie a una rigida applicazione dei disciplinari di produzione. Ma ciò non basta. Per l’esportazione è necessario che questi prodotti siano dotati di un prerequisito fondamentale sul quale nessun Paese è disposto a mediare: la sanità del prodotto stesso e quindi la sicurezza su tutta la sua filiera”.
Nel 2011 l’industria alimentare veneta si stima abbia fatturato 13,6 miliardi di euro, dei quali 3,2 destinati all’export. Quest’ultimo equivale a quasi il 14% di quello nazionale. In costante ascesa sono le esportazioni di prodotti alimentari di origine animale, basti ad esempio il record storico raggiunto nel 2011 dalle esportazioni di salumi, con la cifra record di un miliardo e quaranta milioni di euro (+7% sul 2010) con ben 138.000 tonnellate di prodotti esportati (+11% sul 2010).