La cinquantesima edizione di Vinitaly è tradizionalmente l’occasione per la presentazione di studi e rapporti sulla relazione vino-consumatori-produttori. Nel corso della tavola rotonda “Il vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera” è stato presentato allora uno studio dell’istituto di ricerca Iri secondo il quale la maggioranza degli italiani compra il vino nei supermercati. I preferiti sono i vini a denominazione d’origine controllata (Doc), i bianchi, il frizzante (bianco e rosato), gli spumanti e il vino biologico.
Un risultato più che atteso, visto che nel nostro Paese il consumo pro-capite di vino è in calo costante da decenni, ma nel quale risultano essere in aumento i volumi di vendita dei supermarket. E la forte componente femminile tra gli acquirenti nella GDO potrebbe anche essere una delle ragioni per la preferenza verso i vini più leggeri e spiritosi come i bianchi, i vini frizzanti e gli spumanti per i vini percepiti come più naturali. «La piccola ripresa dei consumi di vino nella grande distribuzione in Italia – ha osservato Francesco Zonin, vice presidente di Zonin1821 – è segno di quanto radicata sia la cultura di questo prodotto nel nostro Paese. Tanto radicata ed importante da far diventare il vino uno dei nostri prodotti di punta nell’esportazione dell’agroalimentare».

Promozione del vino sì, ma meglio non esagerare
«Purtroppo – prosegue Zonin – la corretta promozione, qui e all’estero, ha ancora tanta strada da fare, così come una lettura più facile degli scaffali italiani. È complesso, attraverso una piccola etichetta, comunicare i valori di una marca o di una denominazione. Il marketing mix utilizzato dalle aziende nazionali deve allargarsi e riguardare sempre meno il prezzo». Sul tema della corretta promozione ha insistito anche Enrico Chiavacci, Marketing Director di Marchesi Antinori: «Un’eccessiva pressione promozionale induce il consumatore ad attribuire un valore percepito minore rispetto al reale, svilendo l’immagine del vino italiano nel medio lungo termine. Operare in questa direzione è fondamentale per migliorare la percezione dei vini a scaffale».
L’appello di Marchesi Antinori è stato ben accolto dalla Coop Italia, come ha sottolineato Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre e Bevande Alcoliche: «La promozionalità va guidata: se è sana, guida al consumo consapevole e invita a provare nuovi prodotti. Se invece è eccessiva, crea fidelizzazione all’evento stesso dell’offerta e non al prodotto. Il supermercato diventerà sempre più il luogo dove si svilupperà il mercato del vino del futuro – ha concluso Scarcelli – se i produttori ci verranno dietro rendendo parlante il prodotto, cercando magari di far crescere la qualità percepita degli scaffali, dando alla grande distribuzione sempre più prodotti oggi destinati all’altro canale, e se infine i Consorzi di Tutela ci aiuteranno nel valorizzare e comunicare il territorio».