Con i fondi europei della Pac e della nuova legge nazionale, i produttori bio puntano a crescere

Piovono finanziamenti sull’agricoltura biologica italiana, un comparto che nel suo complesso si stima raggiunga i 7,5 miliardi l’anno.
Le prime risorse già disponoibili sono i 30 milioni di euro del Fondo per il biologico istituito dalla legge di Stabilità del 2020, in previsione dell’approvazione della legge sul biologico, approvazione che è invece arrivata solo all’inizio di marzo ‘22.
Sono invece ben 300 i milioni stanziati nell’ambito dei piani Pnrr, una quota molto elevata, pari ad un quarto dell’intero investimento di 1,2 miliardi che il Piano di ripresa e resilienza stanzia per l’agricoltura sostenibile.
La maggior fonte di finanziamento sarà comunque rappresentata dall’Europa attraverso la Politica Agricola Comune per il quinquennio 2023-2027: il Governo italiano infatti ha presentato un Piano Strategico Nazionale basato su investimenti per 2,5 miliardi per mantenere i terreni attualmente coltivati biologicamente e per garantire la possibilità di espanderli fino a raggiungere entro il 2030 la quota del 25% prevista per le colture bio dalle politiche europee.

Un’altra fonte di approvvigionamento finanziario per il biologico dovrebbe arrivare dal Piano d’azione nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica che, entro 90 giorni dall’approvazione della legge di questo marzo, al proprio interno determinerà l’entità del fondo per la ricerca e l’innovazione. A sostenerlo è previsto sia una tassazione del 2% sul fatturato realizzato dalla vendita dei pesticidi e dei fertilizzanti di sintesi chimica.
In questo quadro, Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, chiede al Governo di stabilire un prezzo minimo dei prodotti biologici, sul principio di quello che è stato fatto al tavolo nazionale del latte; il sostegno ai distretti biologici; e una piattaforma della tracciabilità gestita a livello ministeriale, che semplifichi la burocrazia per le imprese.