Innovazione tecnologica e intelligenza artificiale arricchiscono le multinazionali della chimica

L’Etc Group, un ente di beneficenza pubblico con base in Canada specializzato nell’indagare i rapporti tra questioni socioeconomiche, ecologia e tecnologia, ha pubblicato una approfondita ricerca intitolata “Food Barons” (I baroni del cibo) che analizza undici settori alimentari, classificando le più grandi società che dominano ogni anello della catena del cibo a livello industriale e commerciale.
Risulta evidente che un piccolo numero di giganti dell’alimentazione a livello globale si spartisce un giro d’affari da quasi 10 trilioni di dollari, ed anzi sta aumentando il proprio dominio grazie all’uso crescente dei “big data” e dell’intelligenza artificiale. Un primo dato riguarda le sementi: appena due aziende controllano il 40% di questo mercato globale. Si tratta di “Syngenta Group”, di proprietà del governo cinese attraverso Sinochem e ChemChina, e di Bayer. E, oltre alle sementi, considerando anche pesticidi e biotecnologie, il gruppo cinese controllava nel 2020 circa un quarto del mercato globale dei prodotti chimici per l’agricoltura. Con un fatturato pari a 15 miliardi di dollari, il gruppo di Pechino ha surclassato quello degli storici leader dell’agrochimica come Bayer e BASF.

Questo dominio diventa sempre più difficile da scalfire anche grazie alle innovazioni tecnologiche. Il rapporto canadese sottolinea i tentativi concertati di imporre l’agricoltura digitale, tramite irroratori a drone, seminatrici robotizzate e operazioni di alimentazione animale automatizzata, fino ad arrivare a sistemi di riconoscimento facciale per il bestiame.
La piattaforma digitale Field View di Bayer – si legge nel rapporto – estrae 87,5 miliardi di punti dati da 180 milioni di acri (78,2 milioni di ettari) di terreni agricoli in 23 paesi e li incanala nel cloud e nei server AI di Microsoft e Amazon per generare nuove strategie aziendali. Questi sistemi spostano i lavoratori agricoli, erodono i diritti degli agricoltori e manipolano i consumatori”.