Innovative etichette per controllare la ‘catena del freddo’ nei surgelati: è questa una delle più immediate applicazioni di una nuova tecnica nel campo delle nanotecnologie, sviluppata e brevettata dall’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismn-Cnr) di Bologna. La tecnica brevettata dal Cnr va sotto il complicato nome di ‘bagnamento litograficamente controllato’ (Lcw, dall’inglese lithographically controlled wetting).
Massimiliano Cavallini dell’Ismn- Cnr, l’istituto che ha realizzato lo studio pubblicato su Nature Protocols, si prova ad utilizzare parole semplici per spiegare questo meccanismo che facilita l’auto-organizzazione di materiale solubile a livello micrometrico e nanometrico senza bisogno di particolari strumenti o infrastrutture. «È il fenomeno che forma l’impronta della tazzina del caffé nel piattino», dice e spiega che può essere applicata a qualsiasi composto materiale solubile, permettendo la formazione di strutture micrometriche e nanometriche organizzate su larga area, senza bisogno di strumenti né di infrastrutture complesse.
Grazie a questa tecnica, sviluppata per il modellamento di materiali semiconduttori molecolari e polimerici in dispositivi elettronici organici, è stata estesa anche a materiali con proprietà ottiche per realizzare etichette anticontraffazione di prodotti commerciali: «Con alcuni materiali che non cambiano stato con la temperatura – dice Cavallini – si possono infatti creare elementi di memoria per dispositivi che ‘raccontino’ la storia termica di un prodotto, contribuendo al controllo del rispetto della ‘catena del freddo’ nei prodotti surgelati». Al momento il brevetto Cnr è stato concesso in licenza a una società operante nel campo dell’anticontraffazione e conservazione dei farmaci.