«L’allevamento delle lumache è un’attività che garantisce reddito e occupazione»: lo dice Giovanni Romano, responsabile per il Centro-Sud, dell’Istituto internazionale di elicicoltura. «Certo, non è semplice coltivare questo prodotto – continua Romano – sia dal punto di vista gestionale che logistico. I primi guadagni, infatti, si cominciano a vedere dopo almeno due anni.

L’elicicoltura, ovvero l’allevamento delle lumache di terra, è diffuso nel nostro Paese da ormai 35 anni e non arresta la sua tendenza positiva anche grazie alle creme antirughe a base di bava di lumaca. Il valore globale delle vendite, nel 2013, è stato pari a 265 milioni di euro. «Allevare questi molluschi rende – assicura Giovanni Avagnina, presidente dell’Associazione nazionale elicicoltori e direttore dell’Istituto internazionale di elicicoltura – godono, infatti, di ottima salute le 12mila aziende dedite all’allevamento, con 396 mila di quintali di prodotti e 8.000 ettari coltivati. L’andamento positivo deriva anche dal fatto che per gli italiani si tratta di un prodotto gastronomico nuovo, da gustare e soprattutto senza grassi. Negli ultimi 3-4 anni poi, è cresciuto lo studio delle lumache per l’utilizzo della bava nel campo bio-medico e farmacologico come ottimo antirughe. La filosofia dell’allevamento delle lumache è la lentezza e la biologia pura. Negli allevamenti, infatti, – conclude il presidente Giovanni Avagnina – non si usano alimenti chimici ma solo le deiezioni degli animali stessi che contribuiscono a rendere il prodotto puro e sano e, quindi, preferibile ad altri».