Non c’è giorno che, sfogliando i quotidiani, non si trovino notizie di interventi della Guardia di Finanza contro la diffusione di prodotti falsi o falsificati. A Cosenza il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha operato quattordici misure cautelari personali e a messo sotto indagine altre 95 persone per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di prodotti contraffatti.

Ad esere sgominata è stata un’organizzazione criminale operante su vasta scala: la tantissima merce contraffatta (calzature, borse, pantaloni, giubbotti e magliette dei marchi più noti esistenti sul mercato) proveniva in gran parte da opifici del napoletano, attraverso intermediari e grossisti.

Sette persone sono invece state arrestate ed altre 27 denunciate dalla polizia del Commissariato Genova-Pre’, nel corso di un’operazione anti-contraffazione che ha portato alla scoperta di 13 appartamenti del centro storico ligure adibiti a laboratorio-magazzino. L’operazione ha portato al sequestro di 10.000 capi di abbigliamento e altro materiale per un valore complessivo di circa 200.000 euro. Le indagini hanno permesso di accertare due tipi di contraffazioni, una di importazione e l’altra prodotta in loco. La prima utilizza merce fornita da cinesi presenti in Toscana e in Campania, oggetti in pelle o tessuti pregiati, borse e scarpe con griffe prestigiose.

La contraffazione in loco consiste nell’applicazione di etichette su indumenti tramite macchine da cucire. I capi di abbigliamento vengono reperiti dai numerosi venditori di origine cinese che vendono indumenti con tagli simili a quelli di grandi marche, le etichette sono importate direttamente dalla Cina o da paesi del Nord Africa come Tunisia e Marocco.