In aumento export e mercato estero ma il futuro desta molte preoccupazioni per Assocalzaturifici

«Gli effetti del conflitto russo-ucraino, l’impennata dei costi energetici e la mancata attenuazione dei listini delle materie prime frenano la ripresa»: lo ha dichiarato il presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon, durante l’assemblea nazionale dell’associazione raffreddando l’ottimismo indotto dai primi dati dell’inizio 2022.
Fatturato, produzione industriale, export e consumi interni hanno registrato aumenti annui a doppia cifra e ciò ha favorito, sul fronte occupazionale, un primo allentamento delle tensioni. Malgrado sia proseguito il calo delle imprese attive, con il saldo da inizio anno a -36, a fine marzo è emersa un’inversione di tendenza nel numero di occupati, con un timido rimbalzo rispetto al dicembre scorso (+209 unità, +0,3%).
Analizzando nel dettaglio i dati del primo trimestre emerge come gli acquisti delle famiglie italiane presentino incrementi del +15,4% in quantità e del +20,6% in spesa sullo stesso periodo 2021, ma tuttora persiste un gap attorno al 10% con la situazione pre-emergenziale. I recuperi più robusti in termini percentuali hanno interessato i comparti che avevano maggiormente sofferto nel 2020 gli effetti del lockdown e delle restrizioni, ovvero quelli delle scarpe classiche per uomo e donna, che mostrano entrambi aumenti nell’ordine del +30%, sia in paia che in valore.

Sul versante estero, si segnalano incrementi dell’export del +11,7% in quantità e del +21,4% in valore sui primi tre mesi 2021: in recupero i mercati Ue (+9% in volume e +18% in valore), con un +22% in valore per la Francia, legato alle forniture alle griffe, un +16% per la Germania, un +20% per la Spagna e un +37% per i Paesi Bassi.
Aumenti ancor più sostenuti per i Paesi extra-Ue (+18% in quantità e +25% in valore), tra cui spiccano il +70% in valore degli Usa, che hanno già largamente superato i livelli 2019, il ritorno alla crescita della Corea (+16%), i buoni risultati in Cina (+28%).
Il saldo commerciale settoriale è risultato in attivo nel primo trimestre per 1,28 miliardi di euro (+12,8% anno su anno).