Una decisione estremamente importante tanto per l’industria vitivinicola quanto per i consumatori»: così il direttore generale dell’Oiv, l’Organizzazione internazionale del vino, Federico Castellucci, accoglie la decisione dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane (Wco) di rivedere la definizione doganale di vino sfuso, non considerando tale il prodotto confezionato in contenitori da 2 a 10 litri.
Tale scelta, maturata su richiesta della stessa Oiv, è stata annunciata in occasione della celebrazione della World Bulk Wine Exhibition, l’evento internazionale sul vino sfuso (Amsterdam 25 e 26 novembre). La nuova nomenclatura di riferimento, spiega Castellucci, permetterà di aumentare la trasparenza del mercato e di ottenere maggiore chiarezza e precisione nella raccolta dei dati statistici su questo tipo di prodotti.
Le esportazioni di vino sfuso, ricorda l’Oiv, sono infatti notevolmente cresciute negli ultimi anni e nel 2012 hanno raggiunto i 37 milioni di ettolitri, cioè quasi il 40% del commercio globale di vino. Da qui la necessità di distinguere in maniera più puntuale il vero vino sfuso da quello commercializzato in contenitori di capacità compresa tra i 2 e i 10 litri, ossia i cosiddetti ‘bag in box’.
- Agricoltura
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Innovazione
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Energia
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Acqua
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Territorio
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Sostenibilità
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Made in Italy
-
In primo piano
-
In primo piano
-
In primo piano
-
- Tutela del consumatore
- CHI SIAMO
- Servizi
Seleziona Pagina