«Irrigidire meccanismi che funzionano, come i voucher, non solo non creerà nuova occupazione in agricoltura, ma diventerà una istigazione al sommerso in un settore che, almeno nel Veneto, crea nuove occasioni lavorative e soprattutto che crea pil e immagine». L’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, ha così sintetizzato la sua posizione sull’argomento: «i meccanismi, peraltro innovativi, introdotti nel lavoro agricolo, in primo luogo i voucher, hanno risolto moltissime situazioni altrimenti senza risposta, come il supporto di amici e parenti, hanno regolarizzato il lavoro occasionale, hanno evitato costi aziendali aggiuntivi, hanno portato soldi all’erario. Nella nostra regione questo strumento ha funzionato benissimo: sono stati utilizzati 591 mila voucher per attività agricole stagionali e 463 mila per attività non stagionali, per un totale corrispondente a circa 210 mila giornate/uomo di lavoro (stima Inps). Per fare un paragone, è come avere contrattualizzato 930 lavoratori a tempo pieno l’anno; pari all’8 per cento delle giornate lavorative dei dipendenti agricoli a tempo determinato. Senza voucher questo lavoro o non ci sarebbe stato o sarebbe stato in nero per reciproca volontà delle parti. E non c’è nulla di peggio di una legge per la quale il cittadino è nelle condizioni di non poterla applicare».
«Ribadisco che in Veneto il saldo occupazionale è attivo – ha concluso Manzato – pensare che una regolamentazione più rigida e l’obbligo di contratti per lavori di pochi giorni o per persone che vogliono lavorare un week end possa dare elasticità al sistema è una vera sciocchezza».