Nei negoziati tra Europa e Stati Uniti di Partnerariato Translatantico su Commercio ed Investimenti – TTIP gli statunitensi intendono giungere ad un accordo per il quale la protezione dei brand Ue non penalizzi la commercializzazione delle merci americane simili. Non si è ancora entrati nella vera e propria discussione sul tema, ma uno dei capitoli riguarda la tutela nel mercato americano dei prodotti Dop e Igp. Questione centrale per il nostro Paese la  visto che gli Stati Uniti sono la principale realtà straniera dell’Italian Sounding.

In un’intervista rilasciata dal segretario all’Agricoltura Tom Vilsack, gli Stati Uniti porranno la questione se sia davvero necessario proteggere ad ogni costo i brand, i marchi e le indicazioni che si traducono in un valore di mercato più elevato. Gli europei intendono proteggere questo valore aggiunto, posizione che preoccupa gli americani, intenzionati invece a tutelare alcuni loro prodotti commercializzati con lo stesso nome generico dei prodotti europei da decenni e che potrebbero così essere esclusi dal mercato. È sostanzialmen te l’Italian Sounding ad essere al centro dell’attenzione: un business decisamente fiorente per gli americani che immaginano un accordo che non lo metta in discussione.

Sono i nostri prodotti migliori a dividere Europa e USA

Paolo De Castro, relatore permanente per il Ttip sui temi dell’agroalimentare ha sottolineato come da questo accordo l’alimentare italiano ne possa uscire positivamente, visto che, ad oggi, 9 prodotti italiani su 10 sono contraffatti. L’obiettivo è quello di incentrare l’accordo, spostandolo dal produttore al consumatore, per tutelare i prodotti igp, trovando come alleati le potenti associazioni dei consumatori che si battono per far avere informazioni trasparenti sul mercato americano.

Una ricerca promossa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano ha dimostrato come il 67% dei consumatori americani, quando mangia il “parmesan” sia convinto di mangiare un autentico prodotto italiano: per due terzi degli statunitensi il termine non è quindi affatto generico, ed è, come ha sottolineato il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti un inganno che limita pregiudizialmente la crescita delle nostre esportazioni negli States.

Secondo L’Ismea, al 2013, con un volume prodotto di 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore di circa 2,4 miliardi di euro, e con un +5% su base annua rispetto all’anno precedente, l’Italia rimane leader mondiale nel campo dei prodotti sotto tutela, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, dei quali 161 Dop, 106 Igp e 2 Stg.