Le esportazioni extra UE dei 27 Paesi sono a 184 miliardi, le importazioni da Paesi esteri a 122

L’UE si colloca tra i maggiori esportatori mondiali di prodotti agroalimentari; mentre per quanto riguarda le importazioni, è ora il terzo maggiore importatore dopo gli Stati Uniti e la Cina.
In particolare, si legge in una nota della Commissione Europea, nel 2020 l’UE ha raggiunto un valore totale di 306 miliardi di €: 184 miliardi di € di esportazioni e122 miliardi di € di importazioni. Rispetto al 2019, entrambi i valori segnano una leggera crescita, del +1,4 % e del +0,5 % rispettivamente.
L’UE esporta un’ampia gamma di prodotti, mostrando la competitività del proprio settore agroalimentare in diverse categorie, dai prodotti di base a quelli dell’industria alimentare ad alta lavorazione. In particolare, nell’ultimo anno, le carni suine e il frumento hanno contribuito notevolmente all’aumento complessivo delle esportazioni agroalimentari dell’UE.
Per quanto riguarda le destinazioni, la Cina, la Svizzera e le regioni del Medio Oriente e del Nord Africa hanno trainato la crescita nel 2020, mentre si è verificato un calo verso Stati Uniti, Turchia, Singapore e Giappone.
Per quanto riguarda invece le importazioni dell’UE, sono nettamente dominate dagli alimenti e mangimi agricoli di base, che rappresentano circa il 75% del totale. In particolare, la crescita è stata determinata dall’aumento del valore delle importazioni di oleaginose, acidi grassi e cere, olio di palma, frutta e semi di soia. In termini di importazioni, il Canada è cresciuto in misura significativa come fonte di importazioni dell’UE. Allo stesso tempo, le importazioni dell’UE sono diminuite maggiormente di valore in provenienza dal Regno Unito, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti.

«Promuovere un commercio aperto ed equo è una delle priorità politiche della Commissione europea che apporta notevoli benefici ai nostri agricoltori – ha dichiarato Janusz Wojciechowski, Commissario per l’AgricolturaIl successo del commercio agricolo è chiaramente legato alla politica agricola comune, che sostiene la competitività e l’innovazione, nonché all’eccellente reputazione di cui godono i nostri prodotti in quanto sicuri, prodotti in modo sostenibile, nutrienti e di elevata qualità».