Il modello agroalimentare dal trust “Future Food Institute” è stato elogiato dall’Unione europea

L’Unione europea riconosce come ‘buona pratica’ il modello rigenerativo del sistema agroalimentare promosso dal “Future Food Institute” definendolo come un soggetto che opera collegando i punti dell’ecosistema alimentare globale puntando su tre assi: Educazione, Comunità e Innovazione.
Il principio alla base di questa best practice europea – si spiega una nota – è combinare ‘pensatori’ e ‘attori’, giovani e leader esperti, organizzazioni for-profit e no profit per co-progettare e rimodellare un ecosistema rigenerativo a partire dal potere curativo del cibo. L’obiettivo è ripensare la filiera alimentare, utilizzando un pensiero sistemico e un approccio olistico per costruire una società più sostenibile attraverso il cibo”.
Il Future Food Institute (FFI), fondato nel 2013 a Bologna da Sara Roversi è un trust di eccellenza per la food innovation ed opera in tre diversi continenti: Europa, America (San Francisco e New York) e Asia (Tokyo, Shanghai e Singapore).

«Essere riconosciuti dall’Unione Europea come buona pratica – commenta Sara Roversi, fondatrice del Future Food Institute è motivo di grande soddisfazione per chi, come noi, lavora da privato per il bene comune e per le grandi sfide del pianeta, come la crisi climatica e la nutrizione sana e sostenibile per tutti. Ne andiamo molto fieri e siamo così ancora più motivati a proseguire la nostra missione, che coinvolge attori come appunto l’Unione Europea e la FAO».
Attraverso eventi e hackathon, il FFI “ispira la comunità globale ad intraprendere azioni collettive”. L’Unione europea cita ad esempio l’hackathon sulla circolarità, “che ha raggiunto oltre 400 partecipanti tra studenti, startupper, aziende e partner istituzionali” e “il lavoro svolto quotidianamente nel Living Lab sito nel cuore di Bologna che ha ospitato negli anni più di 30.000 persone, sviluppato quasi 25.000 ricette innovative per abbracciare i principi dell’economia circolare e combattere il cambiamento climatico, e supportato più di 20 startup”.