«Negli ultimi anni – dice il Presidente della Japan Italy Economic Federation, Daniele Di Santo – stiamo assistendo ad una crescita esponenziale di prodotti, importati in Italia, provenienti dal Giappone, in particolare grazie al boom che sta vivendo la ristorazione giapponese, soprattutto nelle regioni del Nord della penisola. Secondo le recenti statistiche fornite da Confcommercio, i ristoranti giapponesi rappresentano da soli quasi il 10% della ristorazione etnica presente in Italia». Così l’Italia è un approdo molto attraente per l’export nipponico: oltre che per il mercato interno, anche perché ponte ideale per raggiungere i 400 milioni di consumatori continentali e i 250 milioni delle regioni del Nord Africa.

All’Expo di Milano, il padiglione giapponese è intitolato “Diversità Armoniosa” ed ha riscosso finora il maggior successo all’interno della fiera, risultando uno dei più visitati. In realtà, nonostante l’elevato numero di persone, secondo le istituzioni nipponiche, le potenzialità di Expo sono state sfruttate solo parzialmente. Anche se l’obiettivo di dare risalto all’immagine giapponese in tutto il mondo è stato perfettamente raggiunto, è mancato un vero e proprio supporto alle attività delle aziende e al business. Ideale sarebbe stato, infatti, creare maggiori occasioni per le imprese di farsi conoscere direttamente dai distributori e ristoratori italiani, puntando maggiormente sul B2B, con operatori del settore, per costruire legami forti e duraturi, da sviluppare anche una volta terminato Expo.