Il prossimo 17 maggio a Bruxelles l’Unione Europea si dovrà esprimere sulla “direttiva nitrati” (91/676/CEE)  emanata ormai 20 anni fa per ridurre e prevenire l’inquinamento delle acque superficiali (fiumi, laghi) e sotterranee (falde) causato dai nitrati di origine agricola attraverso l’introduzione di corrette pratiche di fertilizzazione minerale e organica e sulla richiesta di deroga ai limiti allo spandimento di azoto nei terreni sottoposti a vincolo. A questo appuntamento l’Italia riuscirà a presentarsi forte di una posizione concordata nell’ambito della conferenza Stato-Regioni. In particolare quelle del nord, con il Veneto in primo piano, avevano sollecitato il Ministero ad un approfondito esame sulle cause di inquinamento da nitrati che non possono essere attribuite esclusivamente all’agricoltura. Nel valutare l’intesa raggiunta in sede di conferenza Stato-Regioni, l’Assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, sottolinea che “comprende l’impegno a realizzare uno studio che avra’ come obiettivo quello di aggiornare e rivedere la mappa dei territori sottoposti a vincolo. È evidente che la premessa ad ogni tipo di intervento è quella di garantire comunque la qualità delle acque, risorsa importante anche sotto il profilo economico”.

Peraltro, anche recenti studi svolti da atenei universitari hanno dimostrato come vi sia ancora oggi, da parte degli imprenditori agricoli, scarsa conoscenza della problematica relativa all’inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola, incompleta conoscenza dei fabbisogni nutritivi delle colture (si continua a dare sostanze nutritive in eccesso magari in periodo piovoso) e limitata diffusione dei Piani di concimazione, adempimento da attuare nelle zone vulnerabili da nitrati.

Del resto proprio in questi giorni sulla costa riminese si è presentato il fenomeno della “marea scura” cioè una proliferazione di micro-alghe (diatomee) dovuta alla presenza di sostanze come azoto e fosforo che veicolate in mare attraverso il Po, hanno dato vita (in combinazione alle alte temperature dei giorni scorsi) ad una fioritura algale straordinaria che ha causato fenomeni anossici e provocato morie di pesci, molluschi e crostacei.