Le saline marine di Margherita di Savoia in Puglia, le più grandi d’Europa, sono diventate proprietà della multinazionale francese Salins spa, leader europea e co-leader mondiale nella commercializzazione di sale industriale, sale stradale e sale alimentare. Una asta di vendita, dettata da motivi esclusivamente finanziari, ha assegnato a Salins spa tramite la controllata Cis oltre 500 ettari di sale marino italiano, collegati a 4000 ettari di parco, in zona altamente turistica.
Il Ceves (centro studi attivo nelle ricerche tecniche-scientifiche-economiche sul#saleitaliano per valorizzarlo rispetto ad altri sali mondiali) ha scritto al Governo, al Demanio, alla Regione Puglia, al Comune di Margherita, a Coldiretti affinché “un bene collettivo dello Stato italiano non sia ceduto a chi ha una leadership che potrebbe inficiare la ‘italianità’, l’origine e la provenienza del sale marino tricolore, oltre ad interessi legati anche ad altre saline di salgemma nelle miniere di Volterra. Anche attraverso il #saleitaliano può passare la valorizzazione dell’agroalimentare e del Made in Italy dell’enogastronomia per tutti i risvolti culinari, ricette, cucina che implica”.

Un appello per riconoscere a tutto il sale italiano la tutela di una etichetta parlante e di un marchio Igp

Non è possibile – continua l’appello pugliese – che nei supermercati italiani ed europei ci siano sali confezionati e commercializzati provenienti da altri continenti, sia marini che di miniera, con il 93% di purezza tecnica quando le norme di produzione nazionale prevedono un minimo del 97%”.
Ceves chiede anche “una ‘etichetta parlante’ sulle confezioni, un trattamento normativo fra sale nazionale e sale estero. Abbiamo valutato tutte le saline attive in Italia e si potrebbero riconoscere, con un grande valore aggiunto anche per il territorio locale come parchi, ambiente, paesaggio, terme, musei e altre attività agricole almeno altri 10 siti meritevoli di una Igp all’interno anche di più grandi saline marine e minerarie”.