Non c’è festa senza un brindisi, in Italia come all’estero. Per l’export continua e cresce con continuità il consumo delle bollicine prodotte in Italia. Per fine anno si stimano che saranno stappate oltre 160 milioni di bottiglie made in Italy per un valore al consumo di 1,4 mld di euro, pari al 64% di tutte le bottiglie esportate nel 2011. Queste stime, se confermate pur in un momento di crisi internazionale, faranno segnare un incremento dell’11% in volumi rispetto al 2010 e un incremento del 20% in valore al consumo. È un segnale che il vino e le bollicine “made in Italy” attirano e hanno incrementato il loro appeal internazionale (e quindi il loro valore aggiunto).

Sui vari mercati, molte sono le bottiglie con etichette “generiche” e nomi di fantasia non riferiti ad una denominazione d’origine specifica: la Germania resta il primo Paese per i brindisi tricolori di fine anno, ma quest’anno la leadership tedesca è incalzata da Stati Uniti e Regno Unito da sempre ai primi posti. A loro volta, questi Paesi sentono il fiato sul collo di una Russia innamorata del Prosecco e del Moscato italiano. Sicuramente il 2012 vedrà la Russia approdare al secondo posto dei consumi. Oltre al “prosecco” che all’estero è diventato in assoluto sinonimo di “brindisi italiano”, fra le etichette che fanno registrare i più brillanti risultati c’è il Muller Thurgau, in Giappone e Regno Unito, e il Franciacorta, in Usa e Europa dell’Est.