Senza un accordo, le eccellenze agroalimentari potrebbero essere ‘copiate’ e rivendute nel mondo

Ha già ottenuto il “Grant of Protection”: il “Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana DOP” ha precorso i tempi ed è certo che il proprio prodotto sarà protetto sul mercato della Gran Bretagna. La mozzarella di bufala campana è da molti anni inserita tra i prodotti Dop registrati come marchio collettivo nella Ue.
Non appena è venuta ha concretizzarsi l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, il Consorzio si è attivato provvedendo alla registrazione del marchio collettivo direttamente in Gran Bretagna, come titolo di privativa nazionale. Perché la Brexit rischia di aprire uno scenario problematico per le eccellenze del Made in Italy agroalimentare.
E non solo per tutti i problemi che potrebbero venirsi a creare per eventuali futuri dazi e per le procedure doganali che comunque rappresenteranno un appesantimento dei tempi di importazione oltre la Manica. Se quest’ultimo è già un pesante balzello per prodotti facilmente deperibili come i ‘freschi’, certamente si apre una situazione di rischio anche per la tutela delle garanzie dei prodotti Dop e Igp se non ci fosse un riconoscimento da parte delle autorità britanniche. Così sarebbero a rischio circa il 30% dei prodotti agroalimentari italiani, che corrispondono a forniture stimate pari a circa 3,4 miliardi di euro (nel 2019).

Rosa Mosca
studio legale
Rödl & Partner

Affinché si possa salvaguardare il Made in Italy agroalimentare è necessario stipulare un accordo nel quale vengano regolate una serie di questioni fondamentali per gli scambi commerciali e che non deroghi ad alcuni principi fondamentali dell’agricoltura europea: ovvero la tutela dell’ambiente e della salubrità degli alimenti, la salvaguardia dell’agricoltura in quanto tale, il riconoscimento dell’origine dei prodotti e delle materie prime.
Senza un accordo, il riconoscimento delle DOP e IGP non sarebbe più garantito sul mercato britannico, con il conseguente avanzamento delle imitazioni e delle contraffazioni delle nostre specialità e il rischio di vendita in Paesi terzi che non rispettano gli standard europei come ad esempio gli USA.
In attesa degli auspicati accordi commerciali, ci sarà la possibilità entro 9 mesi dall’uscita definitiva del Regno Unito dall’UE di creare un corrispettivo parallelo marchio nazionale, così da avere una tutela, seppur minima, del prodotti italiani nel Regno Unito.