È l’unico comparto del Made in Italy in positivo e che continua a crescere malgrado la pandemia .

L’agroalimentare è l’unico settore che resiste nei tempi della pandemia che ha fatto crollare i fatturati di tutti gli altri comparti protagonisti del Made in Italy, dalla moda alle automobili fino all’arredamento. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base di un’indagine di Mediobanca condotta tra 2.800 imprese manifatturiere familiari che stima un calo medio del fatturato del -11,1% per l’industria italiana.
Invece le imprese del comparto alimentare mettono a segno un aumento dei ricavi diventando la prima ricchezza del Paese con un valore di filiera che supera i 538 miliardi. La filiera ha registrato una continua crescita dell’export raggiungendo la cifra record di 44,6 miliardi di euro nel 2019, secondo l’analisi Coldiretti sui dati Istat che evidenzia un segno positivo del +3% anche nei primi sette mesi del 2020.
L’Italia può contare sulla leadership indiscussa nella Ue per la qualità alimentare con 310 specialità Dop/Igp/Stg, compresi grandi formaggi, salumi e prosciutti, riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.

L’Italia è anche leader nella biodiversità: ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e 533 varietà di olive contro le 70 spagnole ed è il primo produttore UE di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne. La filiera agroalimentare garantisce 3,6 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil grazie all’attività di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.