Già dal 2021 si segnalano vari casi di produttori costretti a tornare a produzioni più
economiche

Il segnale arriva forte e chiaro dalla Francia, ma già sta allarmando anche i produttori italiani: molti consorzi e società che producono bio hanno dovuto limitare la produzione e l’associazione di nuovi operatori perché non c’è domanda di prodotto ecologico. Anzi ci sono stati casi di produttori obbligati ad abbandonare la certificazione bio e tornare ad una agricoltura più produttiva e a costi inferiori.
Perché il nodo di fondo è quello del prezzo di vendita: in una generale condizione di crisi economica per i consumatori legata all’inflazione e agli aumenti del carrello della spesa, la risposta è stata una riduzione dei consumi e la ricerca del miglior prezzo per i generi di prima necessità. Un fenomeno che si è abbattuto sull’agricoltura biologica francese e che in Italia è testimoniato dall’aumento delle vendite nelle catene discount.
In Francia, sottolinea Laure Verdeau, direttrice di Agence Bio, l’ente pubblico responsabile del coordinamento dell’ecosistema biologico: «Quasi 600 milioni di euro sono evaporati nel giro di un anno e il mercato del biologico è sceso a 12,076 miliardi di euro. Di conseguenza, la percentuale di francesi che consumano alimenti biologici è scesa dal 6,4% al 6%». secondo i dati pubblicati dall’Agence bio, i francesi hanno messo nel carrello dei supermercati meno prodotti con certificazione Bio e le vendite nei supermercati sono diminuite del -4,6%. E anche i clienti dei negozi specializzati hanno ridotto la spesa del -8,6% in meno.
La Francia è stata uno dei paesi europei meno colpiti dall’inflazione, soprattutto per la politica energetica che ha forzatamente contenuto la ricaduta dei costi sulle bollette, ma comunque l’inflazione è stata superiore al 5%. L’aumento delle remunerazioni nominali non è riuscito a seguire i prezzi, anche se comunque ci sono stati degli aumenti, e quindi le famiglie devono scegliere dove tagliare i propri consumi. Il bio, evidentemente visto come un lusso, è stato il primo settore ad essere messo da parte.

6 giugno 2023