Le albicocche stanno avendo negli ultimi anni, un notevole successo tra i consumatori anche grazie alla grande innovazione varietale. Frutti comodi da mangiare, che non sgocciolano e possono essere facilmente utilizzati come snack salutare. A livello nutrizionale sono ricche di vitamine A e C, di fibre e potassio, cento grammi possiedono circa 28 calorie. E oltre ad essere consumate fresche possono essere trasformate in succhi, essiccate o utilizzate per dolci, gelati e yogurt.

Secondo i dati del Centro Servizi Ortofrutticoli, per l’annata 2015, in Europa si attendono 510mila tonnellate di albicocche con una flessione del 4% rispetto al 2014. Le produzioni 2015 vedono l’Italia in calo di circa il 7% rispetto al 2014, una tendenza simile a quella della Grecia mentre per la Spagna si rileva un’ipotesi di crescita del 12% rispetto all’anno scorso e del 21% rispetto alla media degli ultimi anni. L’Italia è il quinto produttore al mondo dopo Turchia, Iran, Uzbekistan e Algeria. Le regioni più importanti per la produzione che rappresentano ognuna circa il 25% di quella nazionale sono l’Emilia-Romagna, la Campania e la Basilicata.

Cala la produzione, ma restiamo i quinti produttori al mondo di albicocche

L’export italiano di albicocche, sempre secondo i dati CSO è in fase di forte crescita. I mercati più rappresentativi rimangono i Paesi dell’Unione Europea che, anche nel 2014, costituiscono il 94% sul totale. Il mercato tedesco ha assorbito il 45% del totale destinato all’estero come nel 2013 ma con un incremento del volume pari al +60%. Al secondo posto si conferma l’Austria con volumi solo di poco superiori al 2013, mentre seguono con incrementi nettamente maggiori sullo scorso anno, le spedizioni in Slovenia, Croazia e Repubblica Ceca. Le esportazioni verso i mercati dei paesi extraeuropei hanno coperto il 5% del totale, una quota leggermente inferiore rispetto agli anni più recenti. Tra questi primeggia la Svizzera mentre la Russia, prima dell’attuazione dell’embargo aveva assorbito quantitativi nettamente maggiori nella fase iniziale della stagione. Tra le altre destinazioni: Emirati Arabi e paesi africani (Libia ed Egitto).

L’albicocco, fino a pochi anni fa, era rappresentato sul mercato da una gamma varietale con caratteristiche molto differenziate a seconda dell’epoca di maturazione del frutto. Il calendario di produzione si concentrava su 4 o 5 settimane al massimo mentre ora riesce a coprire un periodo molto più ampio e la totale sostituzione delle vecchie varietà di colore giallo propone oggi varietà caratterizzate da una colorazione di fondo arancione accesa e, per talune cultivar, una pigmentazione rossa diffusa.