Il Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Agroalimentare Forestale (NAF) di Roma del Corpo forestale dello Stato hanno sequestrato 510 tonnellate di concentrati di succhi di frutta, stoccati all’interno di un’azienda operante nella Piana di Gioia Tauro: è la prima volta che viene effettuato un sequestro sulla contraffazione del succo di arancia nazionale e, in particolare, calabrese tenuto conto che la Calabria ricopre un ruolo strategico per la coltivazione di agrumi e per la successiva trasformazione e commercializzazione nel panorama economico nazionale ed internazionale dei succhi e derivati.
Sono state sequestrate circa 60 tonnellate di concentrato di succo d’arancia e di derivati dalla polpa di arancia (cellule di arancia) di origine estera che, senza subire trasformazioni sostanziali, venivano riesportati come prodotto di origine italiana. È stato verificato un consolidato sistema di attribuzione della dicitura attestante l’origine italiana a prodotti provenienti prevalentemente dal Brasile, anche attraverso l’utilizzo di false autocertificazioni: la ditta calabrese aveva invece effettuato una mera transazione commerciale di acquisto e rivendita.
Inoltre nei locali dell’azienda sono state rinvenute circa 450 tonnellate di concentrati di succhi di frutta, prive di chiare indicazioni sul contenuto, in pessime condizioni di conservazione a causa del mancato stoccaggio nelle apposite celle frigorifere e, per la maggior parte, lasciate all’aperto, esposte agli agenti atmosferici.
Un recente provvedimento legislativo, proprio per valorizzare l’origine del prodotto e la raccolta nazionale, ha previsto l’aumento dal 12,5% al 20% del contenuto in succo d’arancia nelle bibite analcoliche, a favore di una maggiore qualità del prodotto per il consumatore e di un vantaggio economico per gli agricoltori.