La viscosa, rayon in inglese, è costituita da cellulosa estratta da alberi come il faggio, il pino e l’eucalipto: ogni anno vengono tagliati 120 milioni di questi alberi ed è previsto che questa cifra raddoppierà entro il 2025. Il materiale legnoso viene processato in laboratorio attraverso alcune sostanze chimiche, come il disolfuro di carbonio, sostanza tossica e dannosa per la salute dell’uomo. Inoltre vengono anche usate altre miscele chimiche come l’idrossido di sodio, l’acido solforico e l’idrogeno solforato.
Il 63% della viscosa prodotta a livello mondiale viene lavorata in Cina, ma dei pressi delle maggiori industrie produttrici sono stati riscontrati gravi episodi di inquinamento dell’aria e delle acque interne. Dati i bassi standard di sostenibilità della produzione di viscosa a livello mondiale, la piattaforma WeMove.org (organizzazione europea impegnata in campagne che rispondo ad eventi legati all’attualità) ha lanciato una petizione rivolta alle grandi case di moda affinché limitino l’inquinamento derivante dalla produzione di rayon. “In quanto vostri clienti di tutta Europa – si legge sul sito – esigiamo che vi adeguiate agli standard e alle tempistiche per l’applicazione di politiche di inquinamento a impatto zero e che collaboriate con i produttori per attuare la transizione verso le nuove tecnologie, smettendo di acquistare da aziende che non si adeguano”.

Nuove tecnologie potrebbero davvero permettere a questa fibra di diventare un’eccellenza ecosostenibile

La petizione, che ha già superato le 300 mila firme raccolte, ha già raggiunto dei risultati: H&M e Zara hanno promesso di “mantenere il proprio impegno” ed anche Spencers, Tesco e ASOS si sono impegnati pubblicamente a rifornirsi solo dai produttori di viscosa che non inquinano l’ambiente.
La “Changing Markets Foundation” ha pubblicato una ‘roadmap’ che dimostra come sia possibile convertire la produzione della viscosa così che diventi una fibra sostenibile: “occorre abbattere la produzione inquinante per far posto all’introduzione di metodi più responsabili. Passare alla produzione circolare ridurrebbe al minimo gli impatti negativi della viscosa. Questo tipo di produzione dovrà essere proporzionata e implementata nell’intero settore”.