Cresce la preoccupazione tra i consumatori per la contraffazione alimentare, in generale, che quest’anno rischia di crescere esponenzialmente per alcuni prodotti per i quali la stagione produttiva è stata nefasta. Primo fra tutti questi prodotti è l’olio extravergine d’oliva visto che la produzione di olive ha subito un tracollo arrivato anche al 40%. A farne le sarà sicuramente la Puglia che nel settore dell’olio svolge un ruolo di assoluto rilievo: i 910 frantoi e le oltre 190.000 aziende di trasformazione contribuiscono a produrre 242.000 tonnellate di olio d’oliva che nel 2015 hanno rappresentato più del 50% della produzione nazionale. I produttori di oli Dop in Puglia sono 2.080, attivi su una superficie ulivicola di oltre 20.000 ettari. Cinque sono i prodotti a denominazione di origine protetta ed il più importante è il Terra di Bari, che rappresenta il 21% del prodotto Dop immesso sul territorio nazionale.
La consistente domanda interna e internazionale di olio extravergine d’oliva di qualità Made in Italy alimenta frodi e contraffazioni, attraverso la miscelazione di oli di categorie e origini diverse, puntando a commercializzare oli di qualità inferiore come se appartenessero alla qualità superiore. È dalla Puglia che arriva allora la pressante richiesta di una più decisa azione di tutti i soggetti responsabili per tutelare qualità, genuinità, sicurezza e tracciabilità dell’olio extravergine d’oliva italiano. Perché in gioco c’è la qualità Made in Italy: straordinario ambasciatore all’estero del «brand Italia» fatto di territorio, qualità, genuinità, tradizione.