L’Associazione per il Disegno Industriale (ADI ), insieme a Confindustria, Indicam, Assarredo, Assoluce, Fondazione Altagamma, Fondazione Valore Italia, Fondazione ADI e CNAC (Consiglio nazionale Anticontraffazione), hanno manifestato il loro forte NO agli emendamenti che mirano a prorogare per altri 5 anni il diritto alla copia dei prodotti di chiara fama creati prima del 2001. Tutte le organizzazioni sono schierate contro l’emendamento Nannicini al Decreto Milleproroghe del Governo Monti con il quale si porta a 15 anni la moratoria sull’applicazione della protezione del diritto d’autore delle opere di design, questo malgrado tale misura appaia chiaramente in contraddizione con le vigenti Direttive comunitarie.
Il 27 gennaio scorso, ricordano le associazioni, la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha messo in mora l’Italia, escludendo la legittimità della moratoria decennale attuata nel rinviarne l’applicazione. Spiega Luisa Bocchietto, presidente ADI: «L’emendamento è incurante della grave situazione nella quale ci troviamo. Bisogna riconoscere che il design è creatività e che l’originalità è un valore da tutelare». Questo oltretutto proprio nel momento in cui agli imprenditori si chiede di investire e innovare, al tempo stesso promuovendo l’immagine del nostro Paese nel mondo.
Dal Centro Studi Anticontraffazione di Milano arriva una ricetta: «Occorre avere uno sguardo europeo e rimanere nei limiti dei 5 anni voluti dal Comitato Europeo, senza ulteriori proproghe ‘all’italiana’. Perché, sebbene all’estero ci considerino la culla del design e della creatività, non hanno altrettanta fiducia nella tutela che garantiamo ai prodotti e questo può portare a disincentivare gli investimenti nel nostro Paese da parte di aziende estere».