Convegno di Cia a Padova: nobili obiettivi ma non siano solo gli agricoltori a pagarne il prezzo

Presenti un centinaio di addetti ai lavori, oltre ai presidenti di Cia nazionale, Cristiano Fini, Cia Veneto, Gianmichele Passarini, e Cia Padova, Luca Trivellato, il convegno “Pac e sostenibilità ambientale: quanto costa agli imprenditori agricoli?” ha fatto i ‘conti in tasca’ alla nuova Pac, la Politica agricola comune per il periodo 2023-2027.
Sono numeri importanti: in Veneto da qui ai prossimi cinque anni arriveranno 824,6 milioni di euro per lo sviluppo rurale e di questi oltre 146 milioni di euro derivano dal cofinanziamento previsto nel bilancio regionale. Sottolinea Cia Veneto: “La nuova Pac persegue l’obiettivo della sostenibilità ambientale. Ma i costi per centrare questo risultato non devono ricadere solo sugli agricoltori”.
Le risorse relative allo sviluppo rurale, che verranno spalmate tra l’anno in corso e il 2027, sono attribuite a 44 interventi nel rispetto dei vincoli dei Regolamenti europei di riferimento, sulla base di uno specifico percorso partecipativo avviato negli ultimi anni. «A breve verranno aperti i primi bandi – ha sottolineato il presidente Passarini a quali seguiranno la selezione e il finanziamento dei progetti e delle operazioni che gli agricoltori e le aree rurali proporranno per centrare il risultato. Noi poniamo un tema sui costi necessari per raggiungere questi nobili fini, soprattutto la sostenibilità ambientale. Il rischio è che, alla fine, a pagare sia solamente il mondo agricolo».

I cereali sconterebbero una minor produzione del -15% e un incremento dei prezzi del +8%; l’ ortofrutta calerebbe del -12%, ma prezzi salirebbero del +14,5%, il latte diminuirebbe del – 10% con una analoga diminuzione del prezzo a-10%. Altri esempi sono la carne bovina -14% (prezzi +24%); la carne suina -16% (prezzi +43%); la carne avicola -16% (prezzi +17%).
«Il primario non può e non deve accollarsi tutti i costi per giungere ai fini previsti dal Green deal – ha precisato lo stesso Passarini – Non possiamo permettercelo, soprattutto nell’attuale congiuntura di difficoltà tra cronico aumento dei costi delle materie prime agricole, dell’energia e con alle porte una stagione che si preannuncia complicata in termini di siccità