Un terzo di tutto l’export di olio extra vergine di oliva targato made in Italy vola verso gli USA: nel 2012, infatti, l’Italia ha esportato negli USA 133 mila tonnellate di oli vergini di oliva per un valore di 403 milioni di Euro su un totale di circa 1,3 miliardi di Euro di export in tutto il mondo. Sempre nel 2012 l’export è cresciuto del 5,3% in quantità e del 4% in valore. Un segnale importante perché registra una ripresa degli scambi ed una inversione di tendenza in tempi di crisi.
Ma se gli Stati Uniti sono il primo mercato di riferimento per il nostro prodotto, lo sono anche per il mercato del falso made in Italy agroalimentare che vale oltre 4 miliardi di dollari. Per questo motivo MiSE, ICE e Unaprol, quest’ultimo nell’ambito delle iniziative del contratto di filiera siglato con il Mipaaf, puntano a sfatare il luogo comune che negli Stati Uniti l’olio di oliva sia terra di nessuno. Al contrario esiste una qualità diversa che va adeguatamente comunicata per agevolare un consumo consapevole da parte di consumatori sempre più esigenti.
Una serie di seminari dedicati a stampa specializzata e buyer, organizzati nell’ambito della prima intesa operativa per l’olio di oliva, punta a sensibilizzare verso il vero prodotto di alta qualità italiana nuove fasce di consumatori e soprattutto giovani con alto reddito capaci di orientare le loro scelte di acquisto verso l’olio extra vergine di oliva di qualità superiore.

L’extravergine in USA: le iniziative dell’ICE a New York
Trenta giornalisti e buyer selezionati dalla sede di New York dell’Agenzia ICE si sono cimentati in una prova di assaggio e di degustazione guidata di oli extra vergini di oliva, espressione della migliore produzione firmata dagli olivicoltori italiani. L’evento, preceduto da un seminario sull’evoluzione del mercato mondiale dell’olio di oliva, è stato realizzato presso la sede della Speciality Food Association, al 136 di Madison Avenue, organizzatrice del Fancy Food.
L’olio extra vergine di oliva resta uno dei prodotti più identitari del Made in Italy negli Stati Uniti dove ha conquistato la sua popolarità a partire dagli anni ’80. La sua diffusione, anche se il consumo totale sfiora appena il 2% del totale di tutti i grassi vegetali, è in aumento perché viene percepito dal consumatore statunitense come un prodotto della salute in linea con i nuovi stili di vita. Gli Stati Uniti sono un importatore netto di olio di oliva, nonostante dispongano di una piccola produzione interna concentrata in particolar modo nello stato della California. La conferenza stampa presso la sede della Speciality Food Association precede di due mesi circa l’evento conclusivo dell’intesa operativa MiSE, ICE – UNAPROL, MiPAAF che si svolgerà il prossimo 1 luglio, sempre a New York nell’ambito del Summer Fancy Food.