Il report ONU, con la Fondazione Barilla: il 37% dei gas serra è legato alla produzione del cibo

«Il cibo che mangiamo ha un enorme impatto sulla nostra salute e su quella dell’ambiente: le strategie Farm to Fork e Biodiversity rappresentano il modello europeo per migliorare la nostra salute e per riequilibrare il nostro rapporto con la natura». Lo ha detto Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, intervenendo alla 75° sessione (online) dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York in occasione della presentazione del report “Fixing The Business of Food: How to align the agri-food sector with the SDGs” realizzato dalla Fondazione Barilla insieme a l’UN Sustainable Development Solutions Network, il Columbia Center on Sustainable Investment e il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena. E Timmermans ha assicurato che «con la legislazione, le misure soft e l’impegno delle imprese, lavoreremo per trasformare il cibo europeo nello standard globale di sostenibilità».

Ad illustrare lo stato della realtà italiana è stato Guido Barilla, presidente dell’omonimo gruppo industriale, la cui Fondazione è stata coprotagonista del report. L’impatto sull’ambiente del settore agroalimentare italiano, con una produzione del valore di in 113,7 miliardi di euro e 56mila imprese attive, è ancora alto, pari al 7% delle emissioni di gas serra nazionali generate. Nel mondo, il sistema alimentare dal campo alla tavola contribuisce fino al 37% alle emissioni di gas serra e usa il 70% di tutta l’acqua disponibile.
«Siamo in ritardo sull’Agenda 2030 – ha detto Barilla – Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità i prossimi cinque anni saranno cruciali perché dobbiamo portare a bordo quanti più produttori, fornitori e distributori possibili. C’è però un grande rischio: che molti attori del mondo delle imprese, percepiscano il cambiamento come un pericolo e non abbiano il coraggio di agire davvero all’interno delle proprie aziende e di prendere decisioni difficili. Non possiamo permettercelo: dobbiamo agire subito».