Anbi Veneto registra -10% di piogge rispetto alla media stagionale (1994-2022) di 1.114 mm

Nell’anno idrologico che ci siamo lasciati alle spalle ci sono state in Veneto circa 997 mm di precipitazioni contro una media storica (1994-2022) di 1.114 mm. Gli apporti del periodo sono quindi inferiori alla media di circa -10% e sono stimabili in circa 18.362 milioni di m3 di acqua (dati Arpav). Figlio della grave siccità patita nel ‘21-’22, l’anno idrologico è stato caratterizzato, in particolare, dalle alte temperature medie registrate in tutto il territorio regionale. Emblematico, in questo senso, è l’importante aumento in inverno delle temperature minime (+ 1,8°) e massime (+1,1°C) rispetto alla media storica, con ampie ripercussioni sull’anticipato scioglimento della riserva nivale. La piovosità invece, pur leggermente sotto la media storica, ha garantito una gestione irrigua senza criticità nel corso della stagione estiva. Come trascinamento della grave siccità del 2022 le falde acquifere sono rimaste su livelli di criticità sintomo delle dinamiche lente che caratterizzano questo comparto ambientale e indicatore della grande attenzione che dobbiamo garantire a questa preziosissima risorsa.

I dati. Piovosità. Le massime precipitazioni sono state rivelate sui rilievi bellunesi e vicentini, mentre le minime precipitazioni sono state rilevate dalle stazioni di Concadirame (RO) con 610 mm, Vangadizza (Legnago, VR) con 671 mm e Cologna Veneta (VR) con 691 mm. A livello di bacino idrografico (solo parte veneta), rispetto alla media 1994-2022, sono state riscontrate condizioni di deficit pluviometrico su: Livenza (-21%), Piave (-16%), Brenta (-15%) e Adige (-12%), mentre la situazione è prossima alla media nei restanti bacini: su Lemene (-6%), Bacino Scolante (-5%), Sile (-4%), Tagliamento (-3%), Pianura tra Livenza e Piave (-2%), Po (+4%) e Fissero-Tartaro- Canal-Bianco (+5%).

I bacini montani dei principali fiumi veneti hanno generalmente subito una scarsità di risorsa fino al mese di dicembre 2022, frutto da un lato di esigenze di laminazione delle piene e dall’altro come trascinamento della stagione siccitosa 2021/2022. Con l’inizio del 2023 si è assistito ad una progressiva risalita dei livelli più tipicamente in linea con i valori attesi.

Risorse nivali. L’anno idrologico 2022/23 è partito piuttosto scarico di precipitazioni nevose di rilievo. Nell’ambito dei rilievi montani interessanti per la disponibilità di risorsa idrica nel bacino delle Alpi Orientali solo nei mesi di dicembre e febbraio si è avuta una certa abbondanza del parametro Swe (snow-water equivalent) tale da mantenere il valore in linea con le medie del decennio precedente. Negli altri mesi detto valore si è mantenuto vicino ai valori minimi del periodo se non al minimo storico. Questa carenza è stata particolarmente rilevante a partire dalla fine di febbraio. Di fatto, l’inverno è stato caratterizzato da un innevamento complessivamente scarso ma in linea con molti degli inverni degli ultimi anni. Non può sfuggire come le temperature, generalmente sempre al di sopra delle medie storiche del periodo, giochino un ruolo chiave nel determinare un rapido scioglimento (dati: Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali).

Temperature. La variazione delle temperature in Veneto ha visto un andamento generalmente altalenante, con fasi calde nella terza decade di maggio, nella terza decade di giugno, nella seconda decade di luglio e nella seconda decade di agosto e fasi fredde in aprile, nella seconda decade di maggio e dal 21 luglio al 10 agosto. Particolarmente interessante l’andamento delle temperature medie e massime nelle stagioni invernali e primaverili, a dimostrazione che il cambiamento climatico è uno stato di fatto a cui è necessario adattarsi nel più breve tempo possibile. In particolare, è ben apprezzabile il significativo aumento delle temperature massime e soprattutto minime nel periodo invernale (fonte dati: Arpav).

L’anno idrologico è il periodo compreso tra il 1° ottobre e il 30 settembre dell’anno successivo. Spiega Francesco Cazzaro, presidente Anbi Veneto: «Si tratta, convenzionalmente, dell’arco temporale tra l’inizio delle piogge autunnali e la fine dell’estate seguente. La pubblicazione è uno strumento che nasce dall’esigenza di raccontare un anno di monitoraggi della disponibilità di risorsa idrica in Veneto. Per farlo, abbiamo utilizzato i dati che Anbi Veneto raccogli mensilmente nel bollettino della risorsa idrica, avvalendoci della competenza tecnica delle società specializzate Radarmeteo e Hypermeteo e rielaborando i dati di Arpav e delle Autorità di Bacino. L’analisi di questi dati ci ha portato immancabilmente a riflettere sull’importanza di agire per l’adattamento al cambiamento climatico attraverso lo studio e l’applicazione di soluzioni basate sulla natura in un’ottica di sostenibilità ambientale e socioeconomica. I Consorzi di bonifica sono al lavoro su questi temi come dimostra l’impegno in un progetto di dottorato di ricerca presso l’Università di Padova e la partecipazione al progetto Life integrato ClimaxPo. Dallo sviluppo di queste consapevolezze, nasce poi il desiderio di portare nelle scuole con il progetto “Acqua Ambiente Territorio”, anche quest’anno in partnership con la Regione Veneto e l’Usr per il Veneto, il valore della risorsa idrica, del territorio agroecologico del Veneto e la necessità della loro salvaguardia a favore delle future generazioni».

(fonte: servizio stampa Anbi Veneto)

4 gennaio 2024