Piace alle organizzazioni sindacali di categoria l’importazione data alla nuova politica europea

«Una vera PAC circolare quella approvata dal Parlamento Europeo, in un voto che possiamo definire storico». Questo il primo commento espresso dal Segretario Generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, durante la conferenza stampa organizzata per commentare e approfondire il voto del Parlamento Europeo, che ha approvato definitivamente la struttura della nuova PAC 2023-2027.
«Da oggi – ha proseguito Rota – non si parla più solo di benessere ambientale e animale, ma anche di equa retribuzione, di salute e sicurezza dei lavoratori. Una conquista sindacale per la quale ci siamo spesi tantissimo negli ultimi anni e che ora deve essere applicata concretamente. In Italia c’è un’occupazione agricola fragile, con salari bassi, soprattutto perché tante giornate di lavoro effettive non corrispondono a quelle riportate in busta paga».
Alla conferenza stampa erano presenti i tre segretari delle organizzazioni agricole confederali Fai, Flai e Uila, rispettivamente Rota, Mininni e Mantegezza. Con loro gli europarlamentari Paolo De Castro e Pina Picierno coordinatore e relatrice alla Commissione Agricoltura del gruppo S&D al Parlamento Europeo e il segretario generale aggiunto di Effat, Enrico Somaglia.

«Molti dei nostri lavoratori – ha aggiunto ancora Rora – dovranno per il loro futuro ricorrere alla pensione sociale: ecco perché quella della condizionalità è una battaglia di civiltà che ora deve trovare una forte declinazione nel nostro Paese, soprattutto nei controlli serrati che rendano verificabile la piena attuazione delle norme. Un impegno concreto che anche il Ministro Patuanelli ha assunto fin da subito e per il quale lo ringraziamo rinnovando la piena disponibilità a collaborare su questo fronte. Attendiamo la ratifica definitiva dall’Agrifish del prossimo dicembre e poi lavoriamo tutti insieme perché questi principi diventino diritti reali dei lavoratori, già dal 1 gennaio 2023».
Il lavoro, nella nuova PAC, si articola in tre principali direttive: condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili; misure atte a promuovere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro; requisiti minimi, sempre relativi a salute e sicurezza, per l’uso delle attrezzature di lavoro.