Raccolta firme nelle piazze per ottenere dalla UE l’obbligo di origine dei prodotti in etichetta

Un prodotto alimentare su quattro nel carrello della spesa è a rischio ‘fake’ perché non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai succhi di frutta fino al pane e al latte in polvere per bambini. E proprio per salvare il vero cibo 100% italiano arrivano in mille piazze italiane gli “Etichetta-days”, iniziativa promossa dalla Coldiretti con la Fondazione Campagna Amica.
Per gli organizzatori è la più grande mobilitazione mai realizzata per difendere la salute dei consumatori, valorizzare l’agricoltura italiana e far cambiare finalmente verso all’Europa nelle politiche sulla trasparenza di quel che i cittadini portano in tavola. Gli “Etichetta-days” si collegano alla “Eat original! Unmask your food” condivisa con le maggiori organizzazioni degli altri Paesi dell’Unione con l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione entro il 2 ottobre prossimo. Questo per sostenere la richiesta alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti vede il coinvolgimento di altre organizzazioni europee, dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ONG svedese).

Ettore Prandini
presidente
Coldiretti

La posta in gioco è alta poiché per la prima volta c’è la possibilità di invertire la tendenza e spingere la Commissione Ue a valorizzare l’origine dei prodotti agricoli e garantire trasparenza nelle scelte di acquisto dei cittadini e un giusto reddito agli agricoltori.
Un obiettivo condiviso dalla maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea sull’origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all’Italia costa oltre 100 miliardi di euro all’anno nel mondo.
L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie”, sottolinea nel precisare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.