È Slivovicee non grappa il superalcolico responsabile di una ventina di decessi nella Repubblica della Cechia. Lo sottolinea l’Istituto Nazionale Grappa, che precisa che l’utilizzo del termine “grappa al metanolo” è del tutto improprio in quanto il prodotto “incriminato” non ha niente a che fare con la nostra acquavite di bandiera e si tratta invece del liquore locale a base di prugne.
Elvio Bonollo, neopresidente dell’Istituto Nazionale Grappa, coglie l’occasione per ricordare che la produzione della grappa è sottoposta per legge allo stretto controllo delle Autorità Pubbliche (Agenzia delle Dogane, Repressione Frodi, etc) che ne garantiscono l’idoneità al consumo e l’esenzione da frodi. «Il nome GRAPPA è tutelato dal 2008 a livello europeo come una Indicazione Geografica – riferisce Elvio Bonollo – ed è riconosciuto unicamente all’acquavite di vinaccia ottenuta in Italia a partire da vinacce provenienti da uve coltivate e vinificate nel territorio nazionale: un riconoscimento importantissimo per l’economia dei territori rurali e dei distillatori italiani, che a differenza delle multinazionali del whisky o della vodka sono costituiti da piccole e medie aziende familiari, con caratteristiche artigianali che hanno saputo valorizzare il prodotto ed elevarne enormemente la qualità».
Attualmente la grappa, purtroppo, rischia di essere contraffatta e copiata: per questo Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, si sta battendo per il sostegno e la valorizzazione della grappa e punta all’approvazione, da parte della Commissione Europea, di un disciplinare che preveda l’obbligo di imbottigliamento in Italia. Un’ulteriore garanzia offerta al consumatore.