Senza cercare di stupire, con ricette dai nomi e dagli ingredienti esotici, ecco cosa mangeremo

Il New York Times, come ogni anno, ha confrontato tra loro decine di interviste realizzate di influencer del settore alimentare, dirigenti d’azienda, ricercatori e professionisti della cucina, per sapere quali i cibi che affolleranno le nostre tavole in questo 2022, che si spera essere, finalmente, l’anno post-pandemico.
Per il prestigioso quotidiano, l’anno nuovo rispecchierà le esigenze delle persone che lavorano da casa e della generazione Z, quella dei nati tra il 1997 e il 2010, che si è dimostrata attenta alla sostenibilità del cibo, preparato senza sfruttamenti e consegnato a emissioni zero. Una avvertenza è che l’elenco fatto dal NYT è molto ‘globalizzato’: non è detto che tutto quel che viene citato sia reperibile nel negozio sotto casa (e per alcuni cibi è una fortuna!).
Due comunque appaiono come tendenze più facilmente preventivabili. Innanzitutto i funghi che sono stati eletti come ‘ingrediente dell’anno’: attenzione, però, perché si parla sia dei grossi funghi pleurotos, molto diffusi in Italia e noti con i nomi di orecchioni o funghi ostrica, spesso usati nelle cucine dei ristoranti per rimpiazzare le capesante; sia dei funghi psilocibina, i cosiddetti funghi allucinogeni, cioè dalle caratteristiche psico attive (e forse per questo più difficilmente reperibili).

La seconda tendenza è quella definita come ‘pollo coltivato’, cioè quella carne coltivata in laboratorio da cellule animali che potrebbe ottenere il via libera dall’Unione Europea entro la fine del 2022, e proprio il pollo sarà uno dei primi prodotti di questo genere che sarà disponibile sul mercato.
Nell’elenco tra i più probabili cibi del nostro futuro continuano poi a figurare le alghe alle quali si aggiunge lo yuzu, l’agrume aromatico molto popolare in Giappone e che si sta diffondendo anche in Italia grazie ai ristoranti etnici. E mentre il caffè sembra destinato a nuove vette, soprattutto grazie ai favori che sta raccogliendo la qualità Arabica, presto diventerà normale mangiare i fiori: a cominciare da quelli dell’ibisco che aggiungono una tonalità cremisi e un sapore aspro e terroso agli alimenti crudi ed alle bevande e cocktail.