Mangiar meno e cibo più sano sono la prima prevenzione per evitare molte malattie in età adulta .

In Europa, ogni anno, si registrano oltre 1,2 milioni di decessi per patologie correlate all’obesità: un numero che è quasi il 13% della mortalità totale negli Stati membri. Complessivamente si stima che il 59% degli adulti e il 29% dei bambini siano sovrappeso o obesi.
Per quanto l’allarme sia stato lanciato già molti anni fa dall’OMS, anche in Europa il fenomeno sta dilagando: nella fascia di età fino a 5 anni si stima che coinvolga il 7,9% del totale; un adolescente su quattro non si rende conto di essere obeso. Durante l’adolescenza sembra esserci una maggiore attenzione al proprio aspetto fisico, ma i tassi di sovrappeso e obesità tornano a salire in età adulta, con il corollario delle malattie associate. Tanto che, secondo le analisi dell’’Oms, si stima che in pochi anni l’obesità supererà il fumo come principale fattore di rischio per il cancro prevenibile.
In Italia si calcola che attualmente l’obesità abbia un elevato costo sociale rappresentando il 9% della spesa sanitaria annua e portando ad una riduzione del Pil del 2,8%.

L’Italia è considerato uno dei Paesi europei con il più alto tasso di prevalenza dell’obesità infantile, preceduta solo da Cipro, Spagna e Grecia. Lo hanno denunciato i pediatri riuniti a Sorrento al 77° Congresso Italiano di Pediatria: “i bimbi con obesità sono il 9,4% del totale e quelli in sovrappeso circa il 20%. E la pandemia non ha fatto che peggiorare la situazione, a causa della sospensione delle attività sportive e del maggior consumo di alimenti calorici. Secondo una survey condotta nel 2020 ad aver mangiato peggio, ossia di più e cibi meno sani, sono stati proprio i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 12 e 18 anni”.
«L’obesità – spiega la Presidente della Società italiana di pediatria, Annamaria Staianoè un modello precursore di malattie croniche che il Servizio sanitario nazionale deve affrontare in epoche successive della vita. Occorre investire sulla prevenzione di questa emergenza sociale».