È stata fissata per metà dicembre la discussione per l’approvazione della proposta del Parlamento europeo di una direttiva che imponga la riduzione dei fosfati nei detersivi per lavatrici e lavastoviglie. L’obiettivo è quello di regolamentare una situazione tutt’altro che omogenea che vede alcuni Paesi virtuosi nell’Europa dell’Ovest (tra cui l’Italia) e altri ancora lontani dall’obiettivo con situazioni critiche come quella del Danubio e del Mar Baltico, dove si stima che addirittura il 16% e il 25% dei fosfati presenti nelle acque sia da ricondurre all’uso domestico dei detergenti.
Dopo agricoltura e fognature, i detersivi sono infatti la terza fonte di dispersione di fosfati, causa della cosiddetta eutrofizzazione, cioè la fioritura abnorme di alghe che può ridurre la quantità di ossigeno a scapito di flora e fauna marina). “Di fatto, per quanto riguarda i detersivi per il bucato, in Italia non cambierà nulla perché i nostri limiti sono già equiparabili a quelli che si prefigge l’Ue – spiega all’Adnkronos Loris Sisti, direttore Ricerca e Sviluppo Henkel – per la lavastoviglie, invece, la situazione è ancora in movimento”.
In Italia, il regolamentato sul contenuto in fosforo dei detersivi ha più di vent’anni: quelli per lavatrice hanno un livello massimo consentito di fosforo di 1%, mentre quelli per lavastoviglie hanno un limite del 6%. In pratica tutti i detersivi per lavatrice presenti sul mercato sono già allineati con quanto richiesto dalla Comunità europea, mentre per le lavastoviglie la maggior parte delle aziende dovrà modificare le formule dei propri prodotti.