In una lettera a Bruxelles il Ministri annunciano la proroga al 2021 dei severi decreti italiani

La Ministra all’agricoltura, Teresa Bellanova, e il Ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, hanno espresso in una lettera ai Commissari Ue alla salute, Stella Kyriakides, e all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, la richiesta che sia esteso l’obbligo di origine delle materie prime in etichetta a tutti gli alimenti, a partire da una scelta rapida sui prodotti sui quali si è già sperimentato in questi anni come latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, derivati pomodoro.
In quest’ottica i Ministri italiani hanno notificato a Bruxelles la proroga fino al 31 dicembre 2021 del decreto che impone l’obbligo per i prodotti commercializzati in Italia su latte e formaggi e sono pronti ad avanzare sulla proroga degli altri decreti nazionali con la stessa scadenza.

Nei nostri Paesi – schivono i due Ministri – oggi i cittadini possono conoscere sempre da dove provengono il latte, il grano, il riso o il pomodoro utilizzati come ingredienti. In passato si è scelto di prendere decisioni in tema di etichettatura solo in conseguenza di gravi scandali alimentari. Abbiamo informazioni complete sulle carni, perché c’è stata la Bse. Non crediamo sia giusto aspettare un nuovo scandalo, ma che si possa agire con coraggio nel senso richiesto dai cittadini in tutta Europa. Per questo riteniamo che il regolamento Ue 775/2018, destinato ad entrare in vigore il 1° aprile, non dia risposte sufficienti”.

Siamo convinti che si debba avanzare su questo fronte dando anche risposta all’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri e che chiede di estendere l’obbligo di indicazione della materia prima in tutti gli alimenti. Appoggiamo con convinzione questa posizione e riteniamo che nella futura strategia “Farm to Fork” questo debba essere un tema centrale. Proprio perché si chiama ‘dal campo alla tavola’ – concludono Bellanova e Patuanelli – l’origine obbligatoria declina al meglio questa locuzione, perché in etichetta il consumatore abbia la percezione dell’intero percorso di tracciabilità”.