Il milione di firme ‘europee’ per l’estensione dell’obbligo in etichetta è soprattutto italiano .

È stata raccolta per 85% in Italia la quota di 1,1 milioni di firme: la petizione “Eat original! Unmask your food” (Mangia originale, smaschera il tuo cibo) più che un fenomeno ‘europeo’ è il frutto di una iniziativa di Coldiretti con l’obiettivo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. L’organizzazione agricola italiana aveva esteso la raccolta di firme anche ad associazioni come Fnsea, il maggior sindacato agricolo francese; Ocu, la più grande associazione di consumatori spagnola; Solidarnosc, storico sindacato polacco; Upa, l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna; Gaia, l’associazione degli agricoltori greci; Green protein, una Ong svedese. Anche altri soggetti hanno aderito alla campagna autorizzata dalla stessa Commissione Europea con una Decisione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
È quanto reso noto in occasione del “Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione” di Cernobbio con la consegna da parte del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e della delegata nazionale dei giovani agricoltori, Veronica Barbati, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di un “maxi assegno” simbolo dello storico traguardo dall’iniziativa dei cittadini europei (Ice).
Quella promossa dalla Coldiretti è appena la settima petizione sulle ben 48 presentate a raggiungere l’obiettivo di un milione di firme da quando il Diritto di Iniziativa dei cittadini europei (Ice) è stata istituito, 12 anni fa. Un traguardo tutt’altro che facile poiché, oltre a raccogliere il numero di sottoscrizioni prefissato, per essere valida la petizione deve anche superare una soglia minima di adesioni in almeno sette Paesi dell’Unione.

Una nota diffusa da Coldiretti

L’iniziativa dei cittadini si prefigge di rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati in circolazione nell’Ue, senza deroghe per i marchi registrati e le indicazioni geografiche. Per quanto attiene agli alimenti trasformati, l’etichettatura di origine deve essere resa obbligatoria per gli ingredienti principali se hanno un’origine diversa dal prodotto finale.
La petizione chiede di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare. L’Italia è all’avanguardia in Europa proprio grazie al pressing di Coldiretti che ha fatto scattare anche l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro.
A livello comunitario, il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.