Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza nuove disposizioni che, attraverso un registro e un marchio di qualità, distinguono il pane industriale da quello artigianale al fine di tutelare il pane fresco prodotto e commercializzato in giornata. L’obiettivo del Consiglio è quello di promuovere e tutelare chi fa il pane fresco in giornata, a vantaggio dei consumatori e di chi continua a praticare il mestiere del fornaio coniugando tradizione e qualità.
Regolamento, registro e marchio di qualità sono gli strumenti che la legge utilizza per fare chiarezza e a regolare in modo trasparente la concorrenza tra forni e punti vendita, tra panifici artigianali e aziende che commercializzano prodotti precotti o congelati, premiando così la qualità del pane impastato, lievitato e sfornato in giornata. Per valorizzare i panifici che sfornano prodotti tipici, espressione delle tradizioni culturali e culinarie del Veneto, si prevede l’istituzione del marchio “forno di qualità” e di un registro regionale delle specialità tipiche del Veneto. In caso di mancato rispetto dei requisiti dell’arte panificatoria o dei relativi obblighi formativi scatteranno sanzioni variabili dai mille ai 12 mila euro, destinate a raddoppiare in caso di recidiva.
Sul provvedimento l’opposizione consigliare si è astenuta sostenendo che è prioritaria, rispetto ad ulteriori appesantimenti burocratici per i panificatori, la vigilanza sull’applicazione delle norme statali e comunitarie che già esistono a tutela del loro lavoro e dei consumatori. Nessun riferimento invece è stato fatto alla provenienza della farine con le quali è fatto il ‘pane veneto’: non è infatti obbligatoria l’indicazione provenienza della materia prima, per il pane come per la pasta, e la maggior parte delle farine utilizzate dai panificatori artigiani arriva dall’est europeo.