La Commissione europea ha inviato all’Italia una diffida, per imporre “la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito nella fabbricazione dei prodotti lattiero-caseari”. In definitiva la UE vuole che il nostro Paese ‘la smetta’ con questa pratica di fare i formaggi con il latte!

Come è ben noto, a differenza di altri Paesi l’Italia ha una legge severa che impone di fare tutti i formaggi usando il latte vero, e proibisce l’uso dei succedanei. E’ un motivo di vanto per i nostri produttori ed uno degli elementi che contribuisce fortemente al successo dei nostri formaggi sui mercati di tutto il mondo. Ma la Commissione europea ha avviato la procedura d’infrazione perché considera la legge italiana a tutela della qualità come “una restrizione alla libera circolazione delle merci, essendo la polvere di latte e il latte concentrato ampiamente utilizzati in tutta Europa”. Cioè ci vuole costringere a comprare i prodotti degli altri partner continentali, anche quando questi siano di una qualità nettamente inferiore ai nostri e offreno minori tutele ai consumatori. «Siamo di fronte all’ennesimo diktat di un’Europa – denuncia il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – sempre pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari».

La Ue ci impone di comprare formaggio fatto senza il latte

La legge che garantisce la qualità dei formaggi italiani è dell’aprile 1974: vieta ai nostri caseifici l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare. Ha lo scopo di salvaguardare le aspettative dei consumatori sull’autenticità dei prodotti italiani. Ha garantito anche l’apprezzamento della nostra produzione lattiero-casearia nel mondo (le esportazioni di formaggi italiani sono aumentate del 9,3% nel primo trimestre del 2015 nonostante le difficoltà con la Russia).

Se la legge dovesse essere abolita come chiede la Commissione Ue, le immediate conseguenze sarebbero un evidente scadimento della qualità dei formaggi e degli yogurt italiani, specie per le fasce di prezzo più basse per le quali sarà più probabile il ricorso ai succedanei del latte. Parallelamente è da attendersi un flusso d’importazione di polvere di latte e latte concentrato con una immediata riduzione degli introiti degli allevamenti italiani. Bisogna per altro ricordare che l’Europa ha già imposto la vendita nel nostro Paese di mozzarelle fatte all’estero con semilavorati industriali senza alcuna indicazione sull’etichetta. Una mozzarella su quattro fra quelle oggi vendute in Italia ha questa provenienza, senza che in etichetta ci sia la possibilità per il consumatore di essere pienamente informato su quanto porta in tavola.