Uno studio pubblicato dalla rivista “Nutrients” ha verificato quale impatto le diverse etichette nutrizionali semplificate, che i produttori possono apporre volontariamente sul fronte delle confezioni alimentari, hanno sulla scelta delle dimensioni e del numero delle porzioni da parte dei consumatori, in particolare per quanto riguarda i prodotti meno salutari. I risultati indicano che l’etichetta con il miglior impatto è quella adottata in Francia e adesso anche in Belgio, denominata Nutri-Score, seguita da quella britannica a semaforo, mentre quella scelta da un consorzio di sei industrie – Nestlé, Coca-Cola, PepsiCo, Unilever, Mondelez e Mars (ora però uscita dall’accordo) – e denominata Evolved Nutrition Label, ha un impatto limitato, se non addirittura negativo.
Lo studio ha interessato 25.772 partecipanti ed è stato condotto in Francia dall’Équipe de Recherche en Épidémiologie Nutritionnelle (EREN). Un questionario specifico su Internet, testava l’impatto delle tre etichette nel caso di prodotti la cui composizione nutrizionale è considerata meno favorevole alla salute: biscotti zuccherati, formaggi e creme spalmabili dolci.

La semplificazione dei colori può aiutare una alimentazione sana, ma deve essere corretta e imparziale

I risultati mostrano che, per tutte le categorie di alimenti, con il Nutri-Score ci sono il 24% di probabilità che venga scelta una porzione più piccola rispetto all’assenza di logo, mentre con l’etichetta a semaforo la percentuale è del 17%. Nessuna differenza significativa nella scelta delle porzioni è stata invece rilevata tra i prodotti con l’etichetta proposta dalle cinque industrie e quelli senza.
L’etichetta francese Nutri-Score esprime la qualità nutrizionale globale degli alimenti con cinque colori considerando la presenza di ingredienti e nutrienti da limitare, come gli zuccheri semplici e il sale, ma anche quelli positivi per la salute, come fibre, frutta e verdure. L’etichetta britannica, invece, utilizza i tre colori prendendo come riferimento la quantità di calorie, zucchero, sale, grassi e grassi saturi in 100 grammi di prodotto. Il metodo di calcolo adottato dall’etichetta nutrizionale delle industrie prende come riferimento la quantità di calorie, zucchero, sale, grassi e grassi saturi riferita a una singola porzione, che però viene stabilita dall’azienda ed è pertanto più favorevole per prodotti alimentari di bassa qualità consumati in piccole porzioni. Questo, osservano i ricercatori, può indurre il consumatore a una confusione sulle reale qualità nutrizionale del prodotto e quindi a consumarne in maggiore quantità.