La Corte di Giustizia imporrà una etichetta “coloniale” per quei prodotti dai territori occupati

Obbligo di applicare l’etichetta sulle merci prodotte negli insediamenti coloniali dei territori occupati da Israele. La sentenza della Corte di Giustizia Europea dovrebbe arrivare a metà novembre a conclusione di un percorso giudiziario iniziata quando un colono residente in Cisgiordania, titolare di un’azienda vinicola, ha presentato ricorso contro la sentenza di un tribunale francese che impediva ai coloni israeliani di classificare i propri prodotti come “provenienti da Israele”.
Il tribunale della Comunità Europea sembra orientato a stabilire che le merci prodotte negli insediamenti coloniali siano etichettate come tali, e dunque non come “israeliane”. E tale decisione sarà inoppugnabile e tutti i Paesi dell’UE vi saranno soggetti. Questo aprirebbe alla possibilità di intraprendere azioni legali contro tutte quelle produzioni cisgiordane che, come ammesso dai funzionari di Tel Aviv, sono state etichettate come “israeliane”.
L’Unione Europea aveva già sottolineato la necessità di applicare etichette ai prodotti coloniali nel novembre del 2015, suscitando pesanti polemiche da parte dei politici israeliani. Nel novembre del 2016 il ministro dell’Economia francese pubblicò un avviso riguardante la necessità di apporre un’etichetta sulle merci provenienti dai territori soggetti ad occupazione israeliana fin dal 1967, comprendenti Cisgiordania, Gerusalemme est ed alture del Golan. A margine di tale pubblicazione, il ministro transalpino sottolineò come “i prodotti alimentari provenienti dai territori occupati da Israele debbano essere classificati come tali e che l’etichetta dovrebbe riportare l’espressione “insediamento israeliano” o qualcosa di similare.

Le reazioni politiche
da Israele

In una dichiarazione resa al quotidiano Times of Israel, una fonte diplomatica di Tel Aviv ha ammesso: “l’imminente sentenza ci preoccupa. Confidiamo che i Paesi europei che hanno a cuore il processo di pace e che considerano importanti le relazioni con Israele si astengano dall’ottemperare ad un’ordinanza che danneggerebbe tali rapporti diplomatici”.
Altri enti governativi israeliani, tra cui il Dipartimento di Stato, il Consiglio per la Sicurezza Nazionale (che fa parte dell’ufficio del Primo Ministro) ed i ministeri di Economia e Giustizia, hanno tentato di stemperare la preoccupazione per l’imminente sentenza, ma le aziende europee potrebbero decidere di interrompere le importazioni di prodotti coloniali, preoccupate delle ripercussioni commerciali che potrebbero originarsi dalla modifica delle etichette.