Le prime sono state  Esselunga e Carrefour, ora anche Lidl ha deciso di ripristinare l’indicazione dello stabilimento di produzione dei prodotti venduti con il proprio marchio. Come è noto, la normativa europea sull’etichettatura dei prodotti alimentari entrata in vigore 13 dicembre  non fa alcun riferimento all’indicazione della sede dello stabilimento. Ma, in particolare in Italia, la pressione degli acquirenti e di molti associazioni per il ripristino dell’obbligo è molto forte, tanto che anche Unilever, proprietaria da molto tempo dello storico marchio di gelati Algida e partner di Expo 2015, ha confermato che non ha intenzione di togliere dai gelati fatti in Italia l’indicazione dello stabilimento di produzione, ossia la fabbrica di Caivano, in provincia di Napoli.

Tutto comunque resta affidato alla buona volontà delle stesse catene della grande distribuzione perché sembrava, in un primo tempo, che le proteste avessero mosso anche il Governo italiano però, dopo quasi un mese dall’avvio di un tavolo interministeriale, mancano ancora le comunicazioni del Ministero dello Sviluppo alla Commissione europea su regole precise che le aziende debbano seguire in materia. Il parlamento aveva delegato l’esecutivo ad emanare un decreto legislativo per stabilire le sanzioni in relazione al nuovo regolamento UE, ma queste non sono ancora state emanate e le autorità di controllo sono prive di poteri punitivi per la violazione delle nuove norme, come pure di quelle preesistenti in tema di etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari.