Anche per gli pneumatici ricostruiti è necessaria un’etichetta europea. Lo sostiene l’Airp, l’Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici. Il provvedimento, secondo l’Airp, si renderebbe necessario dopo l’entrata in vigore del regolamento europeo 1222/2009 che ha introdotto un sistema di etichettatura per gli pneumatici nuovi a tutela dei consumatori. «L’utilizzatore di un pneumatico ricostruito deve essere tutelato come lo è l’utilizzatore di un pneumatico nuovo», ha precisato Renzo Servadei, segretario generale Airp.
Le associazioni dei ricostruttori a livello europeo non si limitano ad affermare la necessità dell’etichetta, ma hanno dato anche vita al progetto ReTyre, che ha l’obiettivo di mettere a punto una metodologia di valutazione degli aspetti degli pneumatici ricostruiti da inserire nell’etichetta. Alla base di ReTyre sta una piattaforma tecnologica all’avanguardia, resa possibile grazie alla collaborazione tra le eccellenze dei vari paesi aderenti al progetto.
«L’idea di fondo da cui siamo partiti – ha spiegato Andrea Balduzzi, consigliere Airp incaricato di seguire il progetto ReTyre per l’Italia – è quella di studiare tutti i parametri rilevanti legati alle carcasse, al processo di ricostruzione, al battistrada e di determinarne l’influenza sulle performance del pneumatico ricostruito. I test che si stanno effettuando hanno l’obiettivo di chiarire quanto siano prevedibili le performance ambientali e le prestazioni degli pneumatici ricostruiti. Alla fine avremo identificato gli aspetti veramente rilevanti da inserire nell’etichetta dei ricostruiti e siamo convinti che i risultati del lavoro svolto verranno apprezzati dagli utilizzatori».