Coldiretti riferisce i controlli del Ministero: gli ortaggi importati hanno più residui chimici .

L’ultimo report del Ministero della salute sul “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti” pubblicato in agosto 2019 ha evidenziato la presenza di residui di prodotti fitosanitari superiore alla norma in appena lo 0,9% dei campioni di origine nazionale, ma la percentuale sale al 2% se si considerano solo gli alimenti di importazione e tra questi il record negativo è fatto segnare dagli ortaggi dall’estero con il 5,9%.
Lo sottolinea Coldiretti che specifica che nei prodotti industriali è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza delle materie prime agricole solo per i derivati del pomodoro, ma non per quelli della frutta e degli altri ortaggi ed è facile mettere inconsapevolmente nel carrello della spesa marmellate o sciroppati con frutta proveniente dall’Europa dell’est e sottoli realizzati con ortaggi africani o cinesi.
Stando all’organizzazione agricola, l’agricoltura nazionale è la più green d’Europa con l’Italia che può fare da apripista nella Ue sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori estendendo a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti e superare l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero.

La soluzione è
nell’autoproduzione
di conserve?

Nel 23% delle famiglie italiane si producono in casa passate di pomodoro, marmellate di frutta, sottolii e sottaceti. Lo dice un’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata al recente Villaggio contadino a Bologna.
Nell’occasione Coldiretti ha ricordato quanto sia importnate l’osservanza di precise regole per la conservazione di quanto preparato da mani inesperte. La sicurezza degli alimenti conservati parte certamente dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può assolutamente prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione. Una fase fondamentale e che sottostà a regole sanitarie rigorose.