È sempre più povero il carrello della spesa per le famiglie italiane. Lo deimostra il rapporto sull’agroalimentare presentato da Intesa Sanpaolo secondo il quale i consumi di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno segnato nel 2011 un calo dell’1,5% a prezzi costanti. Vale a dire, in termini di spesa pro-capite nel 2011 si è tornati indietro di “quasi trent’anni”. Nel rapporto, si legge che “si deve tornare ai primi anni ‘80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati agli acquisti nel comparto agro-alimentare”. In particolare, “in parte si tratta di un trend strutturale legato al minore consumo di alcune voci, prima fra tutte il tabacco. Ma il dato generale segnala anche le evidenti difficoltà del consumatore italiano che, a fronte delle tensioni sul mercato del lavoro e sul reddito disponibile, riduce ulteriormente gli sprechi e modera gli acquisti anche in un comparto dei bisogni poco comprimibili come l’agroalimentare”.
Nel rapporto, si evidenzia inoltre che “l’incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzione dei conti pubblici sulle famiglie fanno prevedere una nuova riduzione dei consumi, che continueranno ad essere molto prudenti a fronte di risorse reddituali sempre più scarse”.
Malgrado questi dati indichino quanto profonda sia la crisi, il settore agroalimentare però ha messo a segno nel 2011 un aumento di fatturato del 6%, variazione che incorpora la continua crescita dei prezzi alla produzione. Lo conferma lo stesso rapporto di Intesa Sanpaolo. Le prospettive per il 2012 indicano il settore ancora in difficoltà sul mercato interno, ma con “ampi margini di miglioramento sul versante estero”.