Per farsi notare con una firma sulle riviste scientifiche, c’è chi altera l’esito delle ricerche

La firma è di indiscussa autorevolezza e proprio per questo la denuncia contenuta nell’appena pubblicato libro “Frode medica e contraffazione nella letteratura scientifica” (Società Editrice Universo) è ancora più allarmante. L’autore è Antonino Massimiliano Grande, chirurgo vascolare e cardiochirurgo per anni in forza al Texas Heart Institute di Houston e oggi alla Fondazione Irccs policlinico San Matteo di Pavia, ed a suo giudizio le circa 500-600 frodi in medicina denunciate ogni anno sono solo la punta dell’iceberg.
Per questo motivo, nella stesura di questa breve monografia, Grande non ha voluto effettuare un mero elenco di falsi e truffe, ma ha provato ad evidenziare i meccanismi alla base del comportamento fraudolento indicando come siano state identificate le più eclatanti truffe e gli articoli scientifici più importanti ritirati dalle riviste mediche. Per molti versi, la frode scientifica, che negli ultimi anni è aumentata in modo esponenziale, può essere considerata come un reato da “colletti bianchi”, ossia ad opera di professionisti ed intellettuali che lavorano impiegando le conoscenze acquisite dagli studi effettuati.

Scrive l’autore
Antonino Massimiliano Grande

Il reato da colletti da bianchi si caratterizza solitamente dall’assenza di condotte violente e viene perseguito principalmente a scopo di lucro colpendo consumatori, concorrenti, azionisti, investitori, clienti finanziari e, in ultima analisi, la salute dei cittadini. Elemento caratteristico dei reati dei colletti bianchi è il dolo, poiché chi lo compie è pienamente consapevole della propria condotta illecita. Tuttavia, non si deve dimenticare che in campo medico-scientifico sono in gioco non solo denaro e prestigio personale, e la frode è potenzialmente mortale là dove i ricercatori si avventurano nel delicato campo della vita dei pazienti sconvolgendolo con la loro disonestà.