Anche la Coldiretti è immediatamente intervenuta criticando la decisione del Parlamento europeo che in sessione plenaria ha dato il via libera alla proposta della Commissione che ha modificato lo schema attuale di etichettatura volontaria delle carni e ha rinviato di almeno cinque anni l’obbligatorietà del chip per i bovini. In particolare la Coldiretti ha messo l’accento su di un aspetto non secondaria della votazione parlamentare: con il cambiamento delle norme sul sistema di etichettatura facoltativa della carne bovina viene di fatto impedito di indicare la dicitura “no ogm” a causa degli elevati costi che saranno ora a carico del singolo allevatore che ha scelto di alimentare il proprio bestiame con mangimi non contaminati da biotech.
«Bisogna evitare che la modifica delle disposizioni sulle indicazioni facoltative in etichetta – sostiene con forza la Coldiretti – impedisca di valorizzare il lavoro di quanti si sono impegnati per la trasparenza e la qualità della carne. L’Italia è all’avanguardia nell’etichettatura facoltativa della carne in cui molti operatori hanno investito con successo, al fine di fornire informazioni utili quali la razza e il sesso dell’animale, l’alimentazione usata e l’età del bovino. Verso queste indicazioni – conclude la Coldiretti – i consumatori hanno mostranoto grande interesse ai fini di un acquisto consapevole e trasparente».