Al termine dell’Assemblea generale di Unicarve, Padova ha ospitato un convegno dal titolo “La PAC 2020, le decisioni nazionali: cosa succederà alla zootecnia bovina da carne? Come recuperare i tagli agli aiuti diretti e quali strumenti utilizzare per competere con un mercato sempre più sfavorevole”.
Organizzato dal Consorzio Italia Zootecnica, l’incontro è stato aperto dal direttore Giuliano Marchesin che ha messo a confronto le decisioni approvate a maggioranza dalla Conferenza Stato Regioni con le proposte degli allevatori con il “Manifesto degli Allevatori”. Felice Assenza, Direttore Generale del Ministero per le politiche internazionali e dell’Unione europea, ha confermato le ipotesi tecniche fatte dal Consorzio sull’entità degli aiuti accoppiati: a fronte di un target di 1.120.000 bovini ed un plafond di € 66.390.000, il premio base si aggirerebbe attorno ai 35 euro, 73 euro per gli aderenti a sistemi di qualità ed etichettatura facoltativa, e 84 euro per i bovini IGP. Ovviamente se aumentano i capi macellati diminuiscono di conseguenza i premi per le due fasce superiori. Molto criticata la misura che prevede un aiuto supplementare del 30% ai bovini “allevati per oltre 12 mesi”. Inizialmente era previsto che i capi fossero nati in Italia, ma tale termine è stato soppresso per ragioni legate alla normativa europea. Il rischio è che questo supplemento svilisca il lavoro degli allevatori che utilizzeranno i sistemi di qualità nazionale o regionali ed il marchio istituzionale ad essi legato. Stupore per l’azzeramento del plafond destinato ai vitelli a carne bianca.

Carne e aiuti accoppiati: così la partita non deve essere chiusa
Nel corso del convegno padovano organizzato dal Consorzio Italia Zootecnica, Emilio Gatto, Direttore Generale del Ministero per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, ha parlato della prima tappa di presentazione della bozza di Piano Carni Bovine Nazionale, dell’aprile scorso al Mipaaf ed ha auspicato una forte condivisione parte della filiera delle azioni in esso contenute. Ha sottolineato l’importanza del marketing e del marchio per qualificare ed identificare i prodotti, ritenendolo uno strumento adeguato, da mettere a disposizione degli allevatori in tempi brevi. Si è soffermato anche sul rapporto marchio nazionale e marchi regionali, mostrando un’ottima sintonia che prelude ad esiti positivi per i progetti del “Manifesto degli Allevatori”.
Il convegno, moderato da Presidente del Consorzio Italia Zootecnica, Fabiano Barbisan, è stato chiuso dall’Assessore Franco Manzato, che ha annunciato di non condividere lo “spezzatino” fatto con le scelte nazionali di destinazione degli aiuti accoppiati, culminata con il voto contrario della Regione Veneto alla Conferenza Stato Regioni. In particolare, ha citato le regole scritte nel Regolamento di applicazione dell’aiuto accoppiato, escludendo che settori ricompresi negli aiuti quali il pomodoro da industria, il grano duro e la barbabietola, siano nelle stesse condizioni critiche della zootecnia. La Francia, ha ricordato Manzato, si è comportata in maniera totalmente diversa, assegnando oltre l’80% delle risorse alla zootecnia bovina da carne.
La partita sugli aiuti accoppiati sembra comunque essere ancora aperta e gli allevatori presenti al convegno hanno chiesto all’Assessore Manzato di mantenere la posizione a livello nazionale e sostenere la zootecnia bovina da carne, perché in gioco ci sono migliaia di aziende di allevamento e l’intera filiera, che rischia di scomparire, a tutto vantaggio dell’importazione di carne estera, che ultimamente ha superato il 50%.