È apparso per la prima volta negli Stati Uniti il 7 ottobre 1948 ed oggi quindi compie 70 anni nei quali è diventato l’insostituibile compagno dei nostri acquisti. È il codice a barre, quella sequenza di linee nere disposte in modo univoco e capaci di comunicare velocemente in etichetta i dati su ogni singolo prodotto.
L’idea si deve a un professore, Norman Joseph Woodland, e a uno studente, Bernard Silver, del Drexel Institute of Technology di Philadelphia. Professore e studente avevano avuto la precisa richiesta da parte di un’azienda alimentare di rendere automatiche le operazioni di cassa. I due idearono una sequenza di barrette che un sensore avrebbe potuto interpretare. Il brevetto arrivò dopo quattro anni, nel 1952, l’idea si diffuse, e venne apprezzata dal mondo intero a partire dal 1974. Da quell’anno, la diffusione dei prodotti con il codice a barre è stata inarrestabile. Oggi moltissimi settori industriali la utilizzano durante tutto il ciclo di produzione fino alla distribuzione. Ed i consumatori il codice a barre lo trovano ovunque: nelle etichette dei prodotti alimentari, nei prodotti tecnologici, nelle ricette mediche, nei libri e, presto, anche nelle nanotecnologie.

L’idea si è evoluta ed esce dai supermercati pèer entrare anche nel mondo della medicina più avanzata

Il codice a barre in ‘code 128’ si mostra come sequenza di linee che una macchina apposita sa decifrare per restituire all’uomo la descrizione completa di un oggetto: l’utilizzo del laser riuscì a far funzionare la lettura del codice a barre.
L’evoluzione dei codici a barre infatti ha portato più di recente alle versioni dei QrCode o agli innovativi Rfid, sistema a microprocessore che permette un costante aggiornamento dei dati codificati. La prossima tappa dello sviluppo del codice a barre sta nei codici 3D, ologrammi che possono racchiudere una quantità smisurata di informazioni. Fino alle più sofisticate versioni ‘miniaturizzate’ che stanno facendo il loro ingresso anche nel mondo della medicina e delle nanotecnologie, per marcare cellule tumorali o farmaci, così da capire se questi hanno colpito il loro bersaglio.