Incontro all’Europarlamento su “L’etichetta alimentare corretta che informa senza fuorviare”, promosso dagli eurodeputati Paolo De Castro (S&D) ed Elisabetta Gardini (Ppe) insieme a Coldiretti e Federalimentare per fare il punto sul sistema di etichettatura a colori adottato nel Regno Unito e, più di recente, in Francia.
Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, ha sottolineato l’impegno dell’associazione che rappresenta l’industria alimentare italiana nel promuovere la corretta informazione nei confronti dei consumatori: «È necessario fornire ai cittadini un sistema di etichettatura fondato su solide basi scientifiche che tenga conto dell’alimento nella sua interezza e con regole univoche valide per tutto il mercato unico. Bollini, trafficlight e qualsiasi tipo di indicazione che valuti un cibo in base alla presenza o meno di un determinato ingrediente o nutriente non facilita certo una scelta consapevole da parte di chi acquista, ma rappresenta uno strumento ingannevole che tra l’altro rischia di penalizzare le grandi eccellenze del Made in Italy».

Non bastano tre o cinque colori per fare educazione alimentare per una dieta equilibrata

«Inoltre – ha proseguito il presidente Scordamaglia – forme di criminalizzazione di singoli alimenti con sistemi colorimetrici o grafici, che tentano di influenzare più che educare, non hanno mai migliorato la salute dei cittadini, ma semmai hanno dato un alibi a chi crede che si possa così evitare un’azione seria oggettiva e prolungata di educazione all’alimentazione bilanciata e al corretto stile di vita».
Ed è la centralità della tutela del consumatore che spinge Scordamaglia a esortare ancora una volta la Commissione a prendere una posizione chiara e valida per i paesi dell’Unione: «Nel venticinquesimo anniversario del mercato unico europeo, chiediamo all’Europa regole valide per tutti, che evitino fughe in avanti dei singoli paesi, senza compromettere il livello di tutela dei cittadini e la competitività delle imprese di ogni paese».